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Locazione e locazione breve, l’alternativa ai mercati finanziari

Riportiamo sotto, per intero, l’interessante articolo apparso su /www.we-wealth.com, lo riportiamo sotto per intero. (link)

  • L’indice Ftse Mib lo scorso anno ha registrato una perdita del 16% e per il mercato dei bond non sembra essere il momento giusto per trovare opportunità con rendimenti interessanti
  • L’ufficio studi di Solo Affitti ha calcolato come rendimento lordo di un appartamento standard di 70 mq, ubicato nelle zone centrali delle principali città, un valore del 5,4% annuo, che diventa il 7,2% se l’immobile si trova in zone periferiche
  • L’Italia è agli ultimi posti in Europa per locazioni: mentre nella media europea gli inquilini sono circa il 35% delle famiglie, da noi sono meno del 18%
  • La fiscalità gioca un ruolo importante, la tassazione con cedolare secca è un’opzione sempre più diffusa per i proprietari che devono locare un immobile a uso abitativo. Oggi, secondo Solo Affitti, l’87% dei locatori di immobili a uso abitativo nelle principali città si avvale della cedolare secca

In Italia il mercato della locazione è ancora poco sviluppato, ma grazie a cedole costanti e remunerative questa modalità di investimento è in crescita.

La fiscalità gioca un ruolo importante, mentre il fenomeno della morosità è uno dei maggiori deterrenti allo sviluppo. “L’immobiliare a reddito può rappresentare una forma molto interessante di investimento, soprattutto per gli immobili localizzati in grandi città e in città universitarie”. Questa l’opinione di Marco Speretta, direttore generale del gruppo Gabetti, che parla di rendimenti lordi compresi tra il 3-4% per il residenziale e il 4-5% per gli uffici. Dello stesso avviso anche Andrea Saporetti, dell’ufficio studi Solo Affitti, che dichiara: “Oggi, la locazione di immobili è una forma di investimento che può essere considerata ben più conveniente di quella cui sono soggetti gli investimenti sui mercati finanziari”.

L’indice Ftse Mib, lo scorso anno ha infatti registrato una perdita del 16% e, più in generale, i mercati finanziari a livello globale hanno risentito di una grande incertezza, che ha portato a un ridimensionamento dei valori medi di Borsa. Il mercato dei bond può offrire maggiori garanzie ma, con i tassi ai minimi storici, il settore non sembra essere il segmento giusto per trovare nuove opportunità con rendimenti interessanti.

Perché non tornare allora al caro vecchio mattone? “Non tanto per buttarsi sul mercato delle compravendite immobiliari – pur legittime, ma ancora soggette a una prolungata fase di deprezzamento – bensì per sfruttare le ‘cedole’, costanti e remunerative, che la locazione garantisce”, puntualizza Saporetti. L’ufficio studi di Solo Affitti ha calcolato come rendimento lordo di un appartamento standard di 70 mq, ubicato nelle zone centrali delle principali città, un valore del 5,4% annuo, che diventa il 7,2% se l’immobile si trova in zone periferiche. In questo momento, si guadagna di più in periferia che in centro, “perché se da una parte i valori delle locazioni, pur in calo, hanno tenuto bene tanto nei mercati più pregiati quanto in quelli più decentrati”, dall’altra “sono state proprio le periferie delle città che hanno risentito maggiormente dei cali dei prezzi di vendita. Insomma: è nelle zone meno centrali che si possono trovare ottimi immobili da acquistare a prezzi interessanti e affittare a canoni tutto sommato elevati”, illustra Saporetti, che ritiene che il mercato delle locazioni sia un “mercato solido, meno soggetto alle oscillazioni classiche delle compravendite e destinato a una crescita della domanda ancora pronunciata”.

Nel corso degli ultimi anni, le locazioni hanno, infatti, evidenziato un trend crescente, anche se il mercato italiano è ancora piccolo. “In Italia, il mercato delle locazioni residenziali è sempre stato marginale, dato che i proprietari hanno sempre preferito vendere una casa vuota anziché locarla – dichiara Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – Nei primi anni di questo secolo a fronte di circa 800mila compravendite, le nuove locazioni non erano più di 200mila ogni anno. Nell’ultimo periodo, però, la situazione è cambiata, grazie allo sviluppo della locazione breve (da un giorno a un anno, ndr) stimolata dall’affermarsi di portali mondiali tipo Airbnb. Nel 2018 si sono avute circa 600mila compravendite di case, 700 mila locazioni e quasi un milione di alloggi sul mercato della locazione breve. In questo modo patrimoni inutilizzati sono stati messi sul mercato e le case sono tornate ad avere un rendimento interessante”.

Rispetto agli altri paesi, l’Italia è però ancora molto indietro, ma gli spazi di crescita sono ampi. “Per quanto riguarda la locazione tradizionale, l’Italia è agli ultimi posti in Europa. Mentre nella media europea gli inquilini sono circa il 35% delle famiglie, da noi sono meno del 18%”, dichiara Breglia, che però aggiunge che nel campo della locazione breve siamo ormai ai primi posti, grazie all’enorme offerta delle tante zone turistiche di cui gode l’Italia. Dal canto suo, Speretta prosegue dicendo che “anche se in ritardo rispetto alle altre realtà europee, le grandi città italiane e i centri universitari stanno dimostrando interessanti trend di crescita nel campo della locazione” e che “il prodotto richiesto è un prodotto nuovo, con una dotazione infrastrutturale e tecnologica importante, corredato di servizi”. Secondo il direttore generale del gruppo Gabetti, uno dei driver che contribuirà in modo consistente a una crescita del mercato della locazione è rappresentato dalla “riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, che sconta il fatto di essere particolarmente frazionato e in mano a singoli proprietari e, soprattutto, in maggioranza realizzato prima degli anni 80”.

Uno dei maggiori deterrenti all’affitto è rappresentato, però, dal fenomeno della morosità: le statistiche del Ministero degli Interni hanno certificato un raddoppio (+95%) del fenomeno sfratti per morosità dal 2001 (27mila sfratti emessi per morosità) ad oggi (52.590), anche se la tendenza è in calo rispetto al picco di quasi 70mila del 2014. “Per questo sono ormai diffuse sul mercato forme di garanzia contro i rischi connessi all’affitto, che permettono al locatore di investire in tutta sicurezza”, dichiara Saporetti che cita, come esempio Affittosicuro, un pacchetto completo a tutela del proprietario, in grado di coprire fino a 12 mensilità di canone (in linea con le tempistiche di sfratto), più le spese legali e i danni arrecati all’appartamento.

Sicuramente, in questo scenario, la fiscalità gioca un ruolo importante. “Focalizzandoci sugli immobili oggetto di investimento da parte delle persone fisiche, le imposte da considerare ai fini della locazione sono principalmente la cedolare secca (imposte dirette) e le imposte locali rappresentate essenzialmente dall’Imu e dalla Tasi (imposte locali non reddituali)”, spiega Paolo Mandelli, partner di Spada Partners. In particolare, la tassazione con cedolare secca è un’opzione sempre più diffusa per i proprietari che devono locare un immobile a uso abitativo.

Oggi, secondo Solo Affitti, ben l’87% dei locatori di immobili a uso abitativo nelle principali città si avvale della cedolare secca, scegliendo in 7 casi su 10 dei contratti a canone concordato (nello specifico, contrato 3+2 nel 36% dei casi, contratto a studenti nel 14% e contratto transitorio nel 18,5%).

“Rispetto all’aliquota marginale Irpef e relative addizionali (che oltre i 75mila euro pesa per il 45% del reddito imponibile), la cedolare secca prevede infatti una tassazione sostitutiva con aliquota fissa al 21%, che si riduce al 10% per le locazioni, a canone concordato, nei comuni ad alta densità abitativa. In sostanza – dichiara Mandelli – si tratta di una vera e propria flat tax applicata sul reddito lordo derivante dallo sfruttamento dell’immobile”.


Trattandosi di un’imposta sostitutiva, non sono ammesse in deduzione le spese e/o i costi connessi agli immobili. Tuttavia, i costi sostenuti in relazione a ristrutturazione ed efficientamento degli edifici possono dare origine a detrazioni d’imposta applicabili sulle imposte riferite ad altre categorie reddituali (ad esempio redditi da lavoro). “In conclusione, si può ipotizzare che, in presenza di opzione del regime di favore della cedolare secca e tenuto conto delle variabile delle imposte locali, l’onere fiscale complessivo medio possa attestarsi in un range del 22-24% del canone locativo”, conclude il partner di Spada Partners.

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Ottime chance per il real estate alberghiero in Italia

Buone notizie per il settore alberghiero e di rimando anche per quello extra-alberghiero in Italia, continuano gli investimenti e la fiducia è sempre un buon indicatore, forse il migliore.

Riportiamo per intero un articolo di askanews, che puoi trovare per intero qui

Gli stakeholder immobiliari internazionali guardano al mondo dell’hospitality come ad un incubatore di nuove opportunità di investimento e Berlino sarà, dal 4 al 6 marzo 2019, la piazza dove questi temi saranno dibattuti.

Per la 22esima edizione dell’Hotel Investment Forum (IHIF) – la principale manifestazione europea dedicata agli investimenti nel settore del real estate turistico – Coldwell Banker Commercial (CBC), società di consulenza e intermediazione nel settore del real estate, con competenze specifiche nel campo dell’ospitalità, ha riconfermato la propria presenza con uno stand dedicato. “Presenteremo un portafoglio misto, composto da alberghi esistenti, resort marini e immobili ad uso ufficio da trasformare in hotel, questi ultimi in vendita o in locazione – spiega Giuseppe Rojo, amministratore delegato e fondatore della filiale italiana di Coldwell Banker Commercial -.

L’obiettivo è attrarre investitori internazionali che vogliano investire in Italia affidandosi ad un gestore per la messa a reddito. Ihif costituisce un’occasione vincente per confrontarci con i principali player del mercato interessati a queste operazioni”. Secondo uno studio di settore recentemente pubblicato, nel 2018 le transazioni nel real estate turistico in Italia hanno toccato quota 1,3 miliardi di euro, con 58 deal per 7mila400 camere e un aumento di valore medio per singola unità, a conferma del momento topico del mercato. Entro la fine del 2019 il volume degli investimenti potrà superare i 2 miliardi di euro.

“Sono fiducioso che il settore alberghiero, in quanto anticiclico rispetto al mercato, possa continuare a riscuotere interesse, visto che si tratta di un asset class che segue l’andamento del turismo e che questa economia prosegue nel suo trend di sviluppo – commenta a questo proposito Giuseppe Rojo -. Le Sgr sono ancora molto focalizzate sulle principali città, non ancora pronte per le “secondary cities”, ma vediamo fermento per location al mare e in montagna, in piazze come Napoli, Torino e in Sicilia, dove i tassi di occupazione crescono a ritmi sostenuti”.

Se il mercato dell’ospitalità rimane vivace, nonostante l’incertezza economica e geopolitica, i comportamenti e le esigenze dei clienti stanno cambiando. “Le formule dei condohotel e degli ostelli rappresentano delle valide alternative per lo sviluppo ricettivo in Italia – sottolinea Rojo -. Per i primi, però, occorre tener conto che chi intende cavalcare questo concept deve pensare ad una struttura contrattuale che sopperisca alle regole non previste dal decreto legge in vigore. Per gli ostelli si può affermare che assicurano un Ebitda migliore di un hotel 4 stelle tradizionale”. Nel settore degli hotel ibridi (connubio tra hotel e ostello), Coldwell Banker Commercial svolge il ruolo di developer ufficiale in Italia del gruppo tedesco MEININGER. “Dopo le tre aperture a Milano e Roma – commenta Veronica Sagliaschi, development manager Italy di MEININGER Hotels – puntiamo al raddoppio. Siamo focalizzati sulle città di Venezia, Firenze e Napoli. Abbiamo più di una trattativa in corso nella zona di Mestre ed una negoziazione molto avanzata su Napoli, nei pressi della Stazione Centrale.

Nella Capitale miriamo ad una location aggiuntiva e guardiamo con interesse alle zone Ostiense, Testaccio e Trastevere”.

Il cambio d’uso degli edifici è un’altra tendenza che si sta sviluppando in Italia, dove è presente un’alta concentrazione di immobili di pregio. “La tipologia delle conversioni dipende dalle singole piazze e dal contesto economico – avverte Carlo de Romedis, head of hospitality di Cbc -. La strategia di dismissione passa per una corretta valorizzazione dell’asset e la decisione di prediligere la strada della riconversione alberghiera deve tener conto di fattori contabili, come l’affitto potenzialmente sostenibile da un gestore, o, in caso di gestione diretta, l’Ebitda. Il problema degli investitori internazionali interessati ad investire nel mercato alberghiero, però, riguarda il rischio di lunghe procedure urbanistiche finalizzate al cambio d’uso e all’onere della riqualificazione. Noi di Cbc siamo specializzati nell’accompagnare gli stakeholder in tutto l’iter di riconversione, offrendo anche assistenza di tipo tecnico e legale”.

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Meglio vivere Locale o in Hotel?

Uno dei grandi dilemmi di questi tempi: optare per vivere LOCAL (native) ed affidarsi ad Airbnb, oppure affidarsi alla professionalità  di un hotel con tutti i servizi e i comfort?


I viaggiatori d’affari sembrano avere pochi dubbi e preferiscono l’albergo, soprattutto per evitare brutte sorprese, poichè gli alloggi disponibili sulle varie piattaforme di homesharing non sono tutti della stessa qualità, anzi qualcuno non ne ha proprio, scarsa pulizia, mancanza di asciugamani e carta in bagno, tv di piccole dimensione, ecc.


Un grande guru del settore hotellerie ha affermato che l’unico modo che avranno gli hotel per competere con l’home sharing sarà quello di puntare sul food & beverage..
Staremo a vedere..

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Pronto all’atterraggio: sbarcano in italia i CondoHotel

Ci siamo, dal 21 Marzo saranno regolamentata, anche in Italia, queste nuove strutture a metà strada tra la concezione di albergo, casa vacanza e condominio.

Dal prossimo 21 marzo, infatti, entrerà ufficialmente in vigore un nuovo decreto con lo scopo di regolamentare in modo unitario questo particolare settore.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il mercato immobiliare delle seconde case che offre tutti i servizi di una normale casa vacanze ma con un maggiore livello di privacy e l’opportunità di guadagnare quando non si è in ferie.

Riportiamo qui sotto parte di un articolo del sito Immobiliare.it

Sostanzialmente i condhotel sono una sorta di strutture alberghiere a gestione unitaria costituite da diversi ambienti, tra cui vere e proprie stanze e mini appartamenti. Questi piccoli appartamenti vengono venduti però in modo singolo diventando così a tutti gli effetti di proprietà dell’acquirente che però potrà utilizzare questo immobile solamente per un dato arco di tempo, concordato nei termini del contratto. Cosa succede a questi fondi al di fuori di questi periodi? Il responsabile dell’intero condohotel darà attraverso un contratto di locazione in affitto l’immobile a terzi, dividendo la somma ricavata con il proprietario.

Fino ad ora queste particolari strutture, seppur già presenti nella nostra penisola, non erano state regolamentate come invece è accaduto in altri paesi. La formula dei condohotel ha infatti riscosso ampi successi grazie ai grandi margini di guadagno per gli investitori.

I condohotel tentano di rivitalizzare le strutture che per problemi dimensionali elevati o di stagionalità, faticano ad essere remunerativi. Si ottengono tramite la conversione in residenziale seconda casa del 40% per cento massimo della superficie di una struttura ricettiva, creando unità indipendenti, dotate di servizi autonomi e cucina. Le unità vengono vendute, ma continuano ad essere affittate come una normale camera di albergo, attraverso un contratto di gestione, durante il quale non verrà utilizzata dal nuovo proprietario, che a sua volta potrà partecipare agli utili della gestione. Peccato che finora non abbiano avuto lo sviluppo previsto per la mancanza — scrive Scenari Immobiliari — «di chiarezza legislativa». Ci sono problemi di contrattualistica, in particolar modo con atti di vendita, di accatastamento, di gestione e fiscali (costi di gestione non detraibili).

Vedremo se prenderanno piede o saranno un altro buco nell’acqua