Ci siamo, dal 21 Marzo saranno regolamentata, anche in Italia, queste nuove strutture a metà strada tra la concezione di albergo, casa vacanza e condominio.

Dal prossimo 21 marzo, infatti, entrerà ufficialmente in vigore un nuovo decreto con lo scopo di regolamentare in modo unitario questo particolare settore.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il mercato immobiliare delle seconde case che offre tutti i servizi di una normale casa vacanze ma con un maggiore livello di privacy e l’opportunità di guadagnare quando non si è in ferie.
Riportiamo qui sotto parte di un articolo del sito Immobiliare.it
Sostanzialmente i condhotel sono una sorta di strutture alberghiere a gestione unitaria costituite da diversi ambienti, tra cui vere e proprie stanze e mini appartamenti. Questi piccoli appartamenti vengono venduti però in modo singolo diventando così a tutti gli effetti di proprietà dell’acquirente che però potrà utilizzare questo immobile solamente per un dato arco di tempo, concordato nei termini del contratto. Cosa succede a questi fondi al di fuori di questi periodi? Il responsabile dell’intero condohotel darà attraverso un contratto di locazione in affitto l’immobile a terzi, dividendo la somma ricavata con il proprietario.
Fino ad ora queste particolari strutture, seppur già presenti nella nostra penisola, non erano state regolamentate come invece è accaduto in altri paesi. La formula dei condohotel ha infatti riscosso ampi successi grazie ai grandi margini di guadagno per gli investitori.
I condohotel tentano di rivitalizzare le strutture che per problemi dimensionali elevati o di stagionalità, faticano ad essere remunerativi. Si ottengono tramite la conversione in residenziale seconda casa del 40% per cento massimo della superficie di una struttura ricettiva, creando unità indipendenti, dotate di servizi autonomi e cucina. Le unità vengono vendute, ma continuano ad essere affittate come una normale camera di albergo, attraverso un contratto di gestione, durante il quale non verrà utilizzata dal nuovo proprietario, che a sua volta potrà partecipare agli utili della gestione. Peccato che finora non abbiano avuto lo sviluppo previsto per la mancanza — scrive Scenari Immobiliari — «di chiarezza legislativa». Ci sono problemi di contrattualistica, in particolar modo con atti di vendita, di accatastamento, di gestione e fiscali (costi di gestione non detraibili).
Vedremo se prenderanno piede o saranno un altro buco nell’acqua